L’ Assemblea generale dei commercialisti, è l’incontro annuale promosso dalla categoria professionale per dibattere assieme ai rappresentanti del Governo e delle istituzioni di riforma fiscale, funzioni giudiziarie e professioni, svoltosi giovedì 4 maggio dalle 10:00 alle 17:00 presso il Convention Center La Nuvola a Roma, Organizzato dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili.
È stata l’occasione per rivalidare la vicinanza del governo al mondo dei commercialisti e fare il punto sulla riforma fiscale, “Una riforma che l’Italia aspettava da cinquanta anni e che noi consideriamo fondamentale per rilanciare la crescita e creare un rapporto completamente nuovo tra lo stato e il contribuente”. Sono state le parole de la presidente del consiglio Giorgia Meloni, che ha aperto il forum tramite un video saluto a tutta la platea, che continua dicendo:
“I commercialisti hanno tutte le competenze per aiutare il decisore politico, affiancarlo nella definizione di norme spesso molto tecniche e nel processo di semplificazione della burocrazia. Di questa capacità abbiamo bisogno, per scrivere insieme un nuovo Patto fiscale per l’Italia e inaugurare una nuova era nei rapporti tra fisco e contribuenti, tra Stato e cittadini, ispirata alla reciproca fiducia e al riequilibrio dei rapporti”.
Tra gli obiettivi che ci sono da raggiungere con la nuova riforma fiscale sono:
- Ridurre il carico fiscale.
- Premiare chi produce o chi lavora di più.
- Sostenere a chi investe in Italia sotto il principio “più assumi, meno tasse paghi”.
La legge di equo compenso:
è intervenuto anche il presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (CNDCEC), Elbano de Nuccio che ha sottolineato l’ importanza della norma che ha ridato dignità e rispetto al ruolo del professionista, assicurando le tutele a garanzie di riconoscimento per la professione.
Il Presidente, dott. de Nuccio ha ricordato che il commercialista si è aggiornato e formato per continuare a esercitare la professione con grande specialità, con lo scopo di rispondere alle richieste delle imprese.
“Dobbiamo trasformare una formazione di quantità in una formazione di qualità, riconoscendo equipollenze per i corsi formativi, riducendo il numero delle ore formative, perché il commercialista non deve solo formarsi, deve anche poter lavorare”.
Allo stesso modo, il dott. de Nuccio ha evidenziato la possibilità di varcare i confini e portare la professione a livello internazionale, dove il commercialista italiano deve essere protagonista dei cambiamenti che stanno arrivando nell’Unione Europea e nel mondo.
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