Bonus 5.0. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha confermato nella dichiarazione fatta il 07 febbraio 2024, che le norme che compongono il Piano Transizione 5.0 saranno visibili anche nel decreto legge sul PNRR, che sarà presto inviato al Consiglio dei Ministri.
Ha inoltre indicato che la presentazione delle leggi annuali sulla concorrenza e sulle PMI è in sospeso dal 2011, e che nella prima parte del 2024 le presenterà al Consiglio dei ministri, chiarendo che si tratterà di “un confronto con tutte le associazioni” della categoria, e che annualmente cercherà di sostenere ed incentivare la crescita delle PMI attraverso le corrette misure che verranno poi specificate nella citata legge annuale.
Bonus 5.0: cosa succede con le imprese che hanno ricevuto sussidi?
Il capo del dicastero di via Veneto ha spiegato nelle sue dichiarazioni che tutte le aziende che hanno ricevuto sussidi pubblici per dieci anni dovranno restituirli se decideranno di smettere di produrre in Italia, partendo dagli incentivi 4.0 per beni strumentali e software.
Risorse disponibili
Urso ha dichiarato che queste misure finiranno “nel calderone del pnrr”, e che complessivamente sono queste le risorse:
- 12,7 mld confermando cosi l’anticipazione di ItaliaOggi del 03 febbraio.
- 6,3 mld arriveranno dal programma Repower Eu e andranno a sommarsi ai 6,4 miliardi già in campo del piano nazionale industria 4.0.
- 1,8 mld per l’autoproduzione e l’autoconsumo da fonti rinnovabili ad esclusione del biomasse.
- 630 mln per le spese per la formazione del personale in competenze per la transizione verde.
Bonus 5.0: attività agevolabili
Le imprese dovranno produrre risultati misurati in termini di efficienza energetica e risparmio di energia.
Di seguito le tre aliquote che alla sua volta saranno legate a due benefici:
- nel caso degli investimenti in beni 4.0, il risparmio energetico conseguito nei processi target dovrà essere pari ad almeno il 5% rispetto ai consumi precedenti per gli stessi processi;
- nel caso di attività non legate a processi target, la riduzione del consumo finale di energia dovrà essere di almeno il 3%.
E cosa succede sul fondo sovrano?
Il ministro si è fermato per intervenire anche su questo tema dicendo: “Avrà una prima dotazione di un miliardo di euro per aiutare le imprese, sin dalla fase di approvvigionamento delle materie prime, tanto più fondamentale alla luce dei nuovi regolamenti europei sulle materie critiche”.
Inoltre, ha informato di aver creato un piano incentivi che deve essere presentato a febbraio: “Per quanto riguarda l’elettrico» si basa su tre direttrici:
- La prima è «rottamare le auto più vecchie e inquinanti (0, 1, 2 e 3), pari al 25% del parco circolante».
- La seconda: «E’ supportare le famiglie a più basso reddito, affinché possano aspirare a un’auto elettrica»: in questi casi, l’incentivo all’acquisto con rottamazione «potrà giungere a 750 euro”.
- E il terzo target: «E’ la sostenibilità produttiva, orientata su modelli che si possono realizzare nel nostro paese». Infine, un indirizzo: «Le risorse del fondo automotive restano a quota 5,3 mld in più anni, e saranno destinati all’incentivo alla produzione e non più al consumo».