Bonus ricerca e sviluppo. Il rilascio della certificazione impedisce all’Agenzia delle Entrate di contestare, se non nei limiti della normativa di settore, la sussistenza delle condizioni per l’utilizzo del credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo. Questa è la risposta del sottosegretario Sandra Savino alla domanda posta da Marco Osnato, di FdI, in Commissione Finanze della Camera.
Questo concernente l’emissione di crediti di ricerca e sviluppo bloccati quasi automaticamente da una serie di controlli da parte dell’agenzia dell’Entrate e della procedura di riversamento dei crediti.
La normativa
Quanto al primo punto della risposta, si evidenzia che nella legge di delega della riforma fiscale, oltre alla riforma strutturale delle sanzioni con un focus specifico sui crediti d’imposta non spettanti, è stabilito che: si prevede di “introdurre”, in conformità agli orientamenti giurisprudenziali, una più rigorosa distinzione normativa, anche sanzionatoria, tra i casi di indebita compensazione di crediti d’imposta e quelli inesistenti.
Il sottosegretario ricorda che sarà possibile: “richiedere la certificazione del credito di ricerca e sviluppo utilizzato purché non siano già state constatate in un verbale di accertamento le violazioni relative all’utilizzo dei crediti d’imposta”. Una volta concluso l’iter, verranno predisposte le Linee Guida che i certificatori iscritti al predetto albo dovranno attenersi ai fini del rilascio della certificazione.
Il rilascio della certificazione ha l’effetto di impedire all’Agenzia delle Entrate di contestare, se non nei limiti della normativa di settore, la sussistenza dei presupposti per l’utilizzo del credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo.
Quanto, però, alla restituzione delle somme, va precisato che la procedura disciplina “senza applicazione di sanzioni o interessi, usi impropri in compensazione del credito d’imposta per investimenti in attività di ricerca e sviluppo”. L’ambito di intervento è quello che va dal 2014 al 2019.
Incentivi per oltre 13mila contribuenti
Per l’anno fiscale 2021, secondo gli ultimi dati disponibili, hanno beneficiato di questo incentivo fiscale 13.025 contribuenti privati compilando la riga RN 21, colonna 2, del Modulo dei redditi PF 2022. Sono questi i dati illustrati nella risposta al quesito di Giulio Centemero (Lega) sull’efficacia e sull’utilizzo dello strumento di incentivazione per le imprese innovative in termini di detrazioni del 30% e del 50%.
L’importo dedotto ammonta a 82.392 milioni di euro e le deduzioni residue di tali investimenti, riportate da anni precedenti, a 12.838 milioni di euro (dichiarate da 2.206 contribuenti).
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